Un millenial speciale: Gregorio Paltrinieri

Ieri sera ho ascoltato un millenial speciale: Gregorio Paltrinieri , pluricampione Italiano di nuoto a un evento del CFMT – Centro di Formazione Management del Terziario e mi hanno colpito 4 sue affermazioni:

1) Per fare una cosa bene ci vuole tanta passione

2) Sono il tipo più curioso che conosco, ho voglia di imparare sempre

3) Mi piace far fatica e devo dare tutto me stesso per sentirmi appagato

4) Buttarsi in acqua alle 7 è uno strazio, ma lo faccio perchè quando gareggio mi sento vivo.

Classe 1994. Indipendentemente dall’età che hai se vuoi riuscire devi avere passione, voglia di apprendere, fare fatica e farlo perchè hai un obiettivo.

2016 Rio Olympics - Swimming - Victory Ceremony - Men's 1500m Freestyle Victory Ceremony - Olympic Aquatics Stadium - Rio de Janeiro, Brazil - 13/08/2016. Gold medallist Gregorio Paltrinieri (ITA) of Italy poses with his medal.     REUTERS/Dominic Ebenbichler  FOR EDITORIAL USE ONLY. NOT FOR SALE FOR MARKETING OR ADVERTISING CAMPAIGNS.
2016 Rio Olympics – Swimming – Victory Ceremony – Men’s 1500m Freestyle Victory Ceremony – Olympic Aquatics Stadium – Rio de Janeiro, Brazil – 13/08/2016. Gold medallist Gregorio Paltrinieri (ITA) of Italy poses with his medal. REUTERS/Dominic Ebenbichler FOR EDITORIAL USE ONLY. NOT FOR SALE FOR MARKETING OR ADVERTISING CAMPAIGNS.

 

Referendum per dichiarare disciplina olimpica il km lanciato in aeroporto

Ebbene sì, ho deciso di lanciare e sostenere un referendum per trasformare quell’attività che coinvolge migliaia di lavoratori ogni settimana.
Atleti di altissimo livello che spesso, per lavoro, sono costretti a fare lo stesso tragitto diretti verso mete straniere.
Si riconoscono subito: abito scuro perché deve reggere almeno 14 ore, tacco basso – massimo 5 cm – per le donne e sguardo cattivo che si guarda intorno con fare famelico. E sono quelli che si siedono sempre allo stesso posto del treno, all’andata e al ritorno. Sono sempre avanti e conoscono i tempi a memoria: sanno quando scendere e conoscono le stazioni intermedie solo dal rumore dell’ apertura porte.

Sono quelli con la testa bassa sul telefono, musica nelle orecchie e dita veloci nel tentativo di smaltire il lavoro prima di partire. Sono quelli che al rientro in Italia si riconoscono perché in aereo sono nelle prime file, con bagagliaio a mano e leggero. Sono quelli che non si fanno intenerire dalle vecchiette, veri caterpillar mascherati da simpatiche nonnine, che pur di passare per prime ti menano colpi bassi. Sono i primi davanti alla porta del bus che secondo accurati calcoli sarà esattamente di fronte alla porta degli arrivi. Perché secondo la radice quadrata di 123456789 l’autobus si fermerà esattamente li.

Quelli come me che vanno in paesi extra UE hanno anche la sorpresa del controllo a sorpresa. Quello meglio conosciuto come controllo carogna, con due soli metaldetector per 200 passeggeri, che se passi per ultimo vedi la luce quando ormai Malpensa chiude i battenti, quando ormai è rimasto solo un inserviente che con fare sconsolato ti guarda come per dire “ancora qui stai?” 
Sono dei triatleti, davvero:
  • Presa del taxi o della metro all’ultimo minuto utile, per dormire 10 minuti in più;
  • Salita sul treno nei 30 secondi prima della chiusura delle porte;
  • Salita o discesa dall’aereo nel minimo accettabile senza mandare all’ospedale nessun compagno di viaggio, senza rompere la valigia o le scarpe e riuscendo ad arrivare ai controlli con un sorriso e un buongiorno.
Sono quelli che con estrema soddisfazione dicono che il  tempo di commuting casa-ufficio è di 4 ore 58 minuti e 37 secondi. E sono migliorati di 10 minuti!!!